Gio 11 Gen 2007 Scritto da Pierinux AGGIUNGI COMMENTO

Immergere e riemergere

Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, ri­guardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei san­dali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel gra­naio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile». Con molte altre esortazioni annunziava al popolo la buona novella. Ma il tetrarca Erode, biasimato da lui a causa di Erodìade, moglie di suo fratello, e per tutte le scelleratezze che aveva commesso, aggiunse alle altre an­che questa: fece rinchiudere Giovanni in prigione. Quando tutto il po­polo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: «Tu sei il mio Figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto».

* Purificati da acqua e vivificati da Spirito

Questa domenica porta a compimento il periodo speciale del Na­tale e dà inizio a quello ordinario. Il Vangelo che ha questo onore di completare e di iniziare è quello del battesimo di Gesù e della folla nel fiume Gio,:’dano per mano di Giovanni il Battista. Nel calendario della Chiesa ci sono due tempi speciali che fanno perno uno sul Na­tale e uno sulla Pasqua. Tutto il resto, oltre la metà, è detto tempo ordinario. Speciale e ordinario sono due aggettivi molto significativi anche nel cammino religioso di ciascuno di noi: speciale è ogni mo­mento in cui ci sentiamo visitati dalla consapevoleZza di una qualche grazia, come può essere un giorno di ritiro spirituale; ordinario quando semplicemente viviamo le nostre giornate compiendo i do­veri ordinari di ogni persona. È molto importante essere sempre consapevoli che ogni grazia speciale è per purificare e vivificare la realtà ordinaria della nostra vita e ogni realtà ordinaria della nostra vita è il miglior terreno per tutto ciò che ci è dato come grazia spe­ciale. Si può affermare che la regola d’oro è quella di accogliere ciòche è speciale con cuore ordinario, senza mai esaltarsi, e vivere ciò che è ordinario con cuore speciale, come manifestazione della nostra maturità.

Il battesimo di Gesù è l’episodio adatto per iniziare il tempo or­dinario del calendario cristiano. Infatti il battesimo è l’immersione nell’acqua del fiume: un gesto di purificazione globale e di ritorno alla fonte della nostra esistenza. È poi il riemergere dal fiume, rive­stiti della freschezza della grazia originale. Il battesimo è il sacra­mento che rende fecondo il mistero principale dell’esistenza: il rap­porto morte-vita. Una interpretazione usa e getta del battesimo lo ri­duce a sacramento che toglie i peccati personali e quello originale (il peccato karmico che inquina tutte le esistenze). È un’interpreta­zione usa e getta, nel senso che riduce il battesimo a un significato solo utilitaristico. Ma allora perché Gesù, il Santo, ha ricevuto il bat­tesimo?

Il battesimo è anzitutto il sacramento che celebra la fisionomia originale della nostra esistenza: infatti è l’immersione nel soffio crea­tore e santificatore dello Spirito Santo. Il togliere il peccato è un be­neficio che si aggiunge, come la stessa acqua che disseta, anche puri­fica. Riceviamo il battesimo perché la nostra vocazione originale è la figliolanza divina, per purificarla e irrobustirla; e non per comperare dall’esterno qualcosa che non avevamo. Quindi conveniva a Gesù essere battezzato, proprio perché è il Figlio.

«Tu sei il mio Figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto». I geni­tori che chiedono il battesimo per il loro bambino, attraverso la loro domanda, riconoscono nel loro bambino quella vita che non è data né dal padre né dalla madre; riconoscono nel loro bambino quella dimensione che non sarà data in futuro né dalla scuola né da amici o altro. Il battesimo è il sacramento che viene a noi attraverso Cristo; ma insieme è l’augurio che i genitori fanno alloro bambino di vivere con semplicità sentendosi non solo figlio di suo padre e sua madre, o cittadino in una società, o amico fra amici, o a sua volta genitore di altri bambini, o altro; ma figlio di una vita universale che è data gra­tuitamente e che dal suo interno richiede di essere vissuta gratuita­mente. Il battesimo amministrato anche a un bambino è un grande atto di fede che l’umanità intera compie attraverso i suoi genitori. Il battesimo è il tuffo della vita nella sorgente della vita: è quindi tuffo nella purezza, nella generosità, nella comunione con tutte le esisten­ze, nella croce che purifica e fa risorgere come l’acqua dell’oasi nel deserto.
Lo zazen, quello stare seduti immobili davanti al muro tenendo gli occhi aperti, comunica con il senso del battesimo. Infatti è l’im­mergersi continuo nella vita, lasciando che la vita fluisca lei, se­condo le sue leggi originali, dentro di noi e dentro la realtà. La fidu­cia religiosa nella realtà e nella vita, creazione divina, è il senti­mento religioso che sottostà al battesimo come allo zazen. Quella fiducia che nello zazen è silenzio, nel battesimo assurge a sacra­mento che in modo comunitario celebra, quindi significa e mette in atto, l’immersione di sé e di tutta la creazione nel pensiero originale di Dio, purificati dalla creatura acqua e vivificati dal vento dello Spirito creatore.

p.Luciano

* L’alfa e l’Omega

Con il battesimo di Gesù ha inizio la predicazione vera e propria del Vangelo. Tutto ciò che lo ha preceduto è come un preambolo: in­terno, già facente parte dell’ambito evangelico, ma pur sempre in­troduzione a ciò che oggi comincia. In un rapporto simile a quello della vita intrauterina con quella dopo la nascita. Senza vita intraute­rina, certo, non può esserci nascita: ma non si può parlare di vita in­dividuale indipendente e differenziata finché non si sia, come si dice, venuti alla luce. La nascita che il battesimo significa è in effetti una ri-nascita. È la nascita della persona consapevole di esistere e del proprio posto nell’esistenza, della propria vocazione. Il bambino che nasce non sa di essere né che cosa è: la persona che accetta il batte­simo, l’immersione nella corrente vitale, riconosce il significato del­l’esistere in se stessa e per se stessa, e afferma la propria vocazione ad essere ciò che davvero è. Il battesimo è quindi il punto di par­tenza della vita vissuta con la coscienza di vivere, ed è anche il punto di arrivo, la meta cui tendere. Infatti essere ciò che davvero sono è la scoperta di ogni momento e la realizzazione di quella scoperta, il punto di appoggio da cui muovere il passo e il punto di appoggio in cui il passo riposa: e la tensione che produce il passo.
Vedo identità fra il battesimo cristiano e il risveglio buddista. Molti credono che il battesimo sia quel gesto rituale compiuto una volta per tutte, solitamente in età infantile, che garantisce l’entrata nella comunità cristiana, tramite la rimozione dell’ostacolo oggettivo (peccato originario) che impedisce la piena partecipazione alla gra­zia. Ma ciò è vero se comprendiamo che il battesimo è il riconosci­mento del valore intrinseco della vita, quel valore che è prima di ogni ostacolo e che si estrinseca nella vita di ciascuno che si rifà a quel prima: allora il battesimo è gesto unico che si rinnova in ogni momento. C’è chi crede che il risveglio buddista sia la meta, l’espe­rienza catartica e conclusiva cui accede chi, al termine di una via di purificazione, finalmente sperimenta nelle cellule del proprio corpo la vera natura eterna e universale della realtà. Ma ciò è vero solo se comprendiamo che la via che chiamiamo buddismo parte dall’aprirsi alla vera natura della realtà. Non per sentito dire, ma come adesione dell’esperienza: il risveglio precede necessariamente l’ingresso nella via, perché senza di esso l’adesione alla via non è autentica; informa di sé ogni passo sulla via, perché la via è la via del risveglio ed è la via di ogni momento, non u~a teoria astratta; conclude la via, perché è la meta di un andare in tensione continua di essere e divenire. Per questo al momento del risveglio Budda dice: «Tutto, tutti gli esseri animati e inanimati, i fiumi, le montagne raggiunge ora la via insieme a me». Cristo dice di sé, alla fine della Bibbia: «lo sono l’Alfa l’O­mega, il Primo e l’Ultimo, il principio e la fine» (Ap 22,13). Il compi­mento della creazione si manifesta interamente nel riconoscimento del battesimo: «Tu sei il mio Figlio prediletto, in te mi sono compia­ciuto». Ognuno di noi, che risveglia se stesso alla sua vera natura e in essa si immerge momento dopo momento, è il figlio prediletto del Padre che si compiace di averlo generato.

jiso

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