Sesta Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico del 5 ottobre 2007
Auguri ai musulmani per l’inizio del Ramadân – Anno Hijri 1428
Cari Amici, Care Amiche,
fra pochi giorni inizierà il mese di Ramadân che i credenti musulmani attendono con particolare ansia per rafforzare sempre di più il proprio impegno sulla via dell’Islam, della completa sottomissione a Dio, liberandosi da ogni idolatria che, nella comune esperienza di cristiani e musulmani, è alla base di ingiuste oppressioni, di negazione dei diritti umani, di odio, di guerre e violenze di ogni tipo.
Questo vostro encomiabile sforzo è di grande importanza non solo per voi musulmani ma anche per noi cristiani, per i credenti di tutte le religioni e per tutta la società umana nel suo complesso, che sta vivendo uno dei periodi più bui della propria storia.
Auguriamo di cuore che ognuno di voi, seguendo gli insegnamenti del profeta Muhammad, possa trasformare se stesso ed aiutare tutta lo società a migliorare.
Casualmente il Ramadân quest’anno inizia a ridosso dell’11 settembre, data tragica che nel 2001 ha dato inizio alla guerra mondiale nella quale siamo tuttora immersi: ricordare quel giorno ci impegna a moltiplicare i nostri sforzi contro tutte le guerre, contro tutte le barbarie, contro i mercanti di morte e i fautori della guerra ad ogni costo, contro la xenofobia e il razzismo.
Abbiamo bisogno di «costruire speranza e convivialità»: questo l’appello che abbiamo lanciato in vista della prossima sesta giornata ecumenica del dialogo cristiano – islamico del 5 ottobre prossimo.
E per «costruire speranza e convivialità» abbiamo bisogno di liberarci dalla paura dell’altro/a, del diverso/a da noi, di chi è portatore di una cultura, un modo di vivere, una religione diversa dalla nostra. E liberarsi della paura significa, per cristiani e musulmani, rimettere al centro della propria vita l’impegno contro l’idolatria che ha caratterizzato la vita sia di Muhammad, che ha cacciato gli idoli dalla Kaaba, sia di Gesù, che ha cacciato i mercanti dal tempio, dicendo con chiarezza con questi loro gesti che la religione non può essere al servizio di chicchessia, né dei mercanti né dei grandi sacerdoti.
Abbiamo bisogno di guardare alle nostre differenze non come ad idoli da adorare ma come arricchimento reciproco verso una vita piena di amore, quell’amore che per cristiani e musulmani caratterizza l’essenza stessa di Dio: uno dei nomi di Dio della tradizione islamica è Al-Wadud, L’amorevole; “Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri” (Giov 13,35 ).
Abbiamo bisogno di conoscerci sempre di più e meglio per apprezzare il molto che ci unisce e accettare il poco che ci divide come arricchimento reciproco, come stimolo reciproco a migliorarci sempre di più.
Ed il senso del nostro appello va proprio nella direzione delle cose concrete da realizzare: la pace, la giustizia, una vita degna di essere vissuta sono tutte cose che richiedono l’impegno concreto delle persone senza il quale vane sono le parole o i buoni propositi. Anche quest’anno abbiamo bisogno di negare ai violenti e ai propugnatori della guerra qualsiasi legittimità religiosa.
Il Dio unico, nel quale insieme crediamo, è un Dio di pace, di amore, di misericordia, di giustizia.
Ed è con questo spirito che anche quest’anno vi auguriamo buon Ramadân karim: che il vostro “sforzo” possa dare anche a noi cristiani quegli stimoli necessari a superare tutte le difficoltà del momento e dare una speranza a questa nostra comune umanità.
Ci auguriamo che, come negli altri anni, le moschee e le chiese d’Italia possano essere luoghi aperti all’incontro fra credenti di fede diversa ed in particolare fra cristiani e musulmani, che non hanno alcun motivo per odiarsi ma che hanno anzi molti motivi per essere uniti contro chi strumentalizza le rispettive religioni per perpetuare il proprio potere oppressivo.
Shalom – Salaam – Pace
Il comitato organizzatore
Martedì, 11 settembre 2006