L’arcidiocesi di Milano promuove in tutti i modi l’incontro tra i cattolici locali e i gruppi etnici immigrati. Una iniziativa è la seguente: che i gruppi etnici vadano nelle parrocchie, condividano la celebrazione della messa (canti in italiano e lingua degli immigrati ecc.) e dopo la messa condividano la fraternità. Il piccolo gruppo dei cattolici giapponesi il 25 maggio è andato alla basilica di Sant’Ambrogio e ha condiviso la santa messa con circa 500 studenti dell’Università Cattolica e altri del posto (l’omelia è stata interamente trascritta qui). Ha presieduto p. Luciano e i canti furono nelle due lingue. Dopo la comunione Mikari ha suonato l’arpa e prima della fine della messa Kyoichi, un giovane bonzo che studia canto a Milano, ha intonato il sutra davanti all’altare. Dopo la messa, esposizione di origami, canti folcloristici giapponesi e tè giapponese.
Qui a seguire il foglio che fu distribuito ai presenti per presentare la Cappellania giapponese.
Milano, Basilica di Sant’Ambrogio 25 maggio 2008
Carissima/o amica/o
la Cappellania cattolica giapponese dell’arcidiocesi di Milano porge fraterni saluti e auguri a te e a tutta la Comunità che celebra l’Eucaristia nella Basilica di Sant’Ambrogio. Quest’anno, l’Ufficio diocesano per la pastorale dei Migranti ha invitato i gruppi etnici cattolici immigrati in Milano a fare visita, nel periodo della Pentecoste, a una chiesa parrocchiale per condividere l’Eucaristia e la fraternità. La piccola comunità cattolica giapponese di Milano ha scelto di pellegrinare alla basilica di Sant’Ambrogio e partecipare a questa Santa Messa, anche in omaggio a due eventi ecclesiali qui celebrati recentemente, di cui furono protagoniste due giovani giapponesi: il matrimonio di Mikari e Paolo il 24-11-07 e il battesimo di Shizuko Chiara nella Veglia pasquale 2008.
I giapponesi residenti in Milano e dintorni sono circa 3000. Molti sono professionisti inviati per due o tre anni nelle filiali di ditte giapponesi; solo alcuni scelgono di rimanervi a vita, forse in seguito a matrimonio con italiani. In Milano, Via Arzaga 10, sorge la Scuola elementare e media giapponese, alla diretta dipendenza del loro Ministero per l’educazione. In forma spontanea sono sorte alcune Associazioni culturali italo-giapponesi, fra cui “Fujikai”, “Giappone in Italia” ecc. Prossimamente in Desio l’Associazione “Vangelo e Zen”, valorizzando una villa con parco messa a disposizione, intende aprire una scuola di interculturalità spirituale italo-giapponese, in diretta collaborazione con la Cappellania. E’ un fatto: la spiritualità e la cultura orientale, come fiorita e maturata in Giappone, oggi attira molto l’italiano, soprattutto il giovane, che ha custodito dentro di sé la ricchezza umana e cristiana della sua tradizione. L’interesse verso l’altro che scaturisce dall’amore radicato nella propria tradizione è particolarmente fecondo di speranza futura.
Da oltre una ventina d’anni i cattolici giapponesi residenti in Milano sono soliti radunarsi una volta al mese per celebrare l’Eucaristia nella loro lingua e allo scopo invitavano un missionario rimpatriato dal Giappone. Il 1 ottobre 2005 l’Arcivescovo ha istituito la Cappellania per la Comunità cattolica di lingua giapponese. Questa ha la sua sede nella chiesa di santa Maria Annunciata in Camposanto, P.zza Duomo 18, e l’ufficio in Via Pattari 6. Si tratta di una piccola comunità: qualche decina di battezzati e loro amici interessati al Vangelo. Nella Pasqua di quest’anno sono stati celebrati due battesimi di adulti e la professione di comunione con la Chiesa cattolica da parte di una giovane battezzata in una chiesa protestante sorella. I giapponesi, ovviamente anche i cattolici, per lo più sono approdati in Italia attratti dal suo richiamo artistico: il canto, la pittura, la moda, la fotografia, la cucina. Un giapponese, impiegato alla Hitachi, mi disse di aver sognato di venire in Italia quando nel viaggio di nozze, sul Gianicolo a Roma, sentì lo scampanio a mezzogiorno, mentre attorno i bambini rincorrevano una palla. Il giapponese, anche l’operaio, è poeta. La domenica è il giorno in cui le attività a cui sono addetti i giapponesi, anche i cristiani, fervono in modo particolare e ciò rende difficoltoso il loro ritrovarsi assieme per la Messa. Tuttavia, secondo una sensibilità loro innata, chi ha potuto partecipare trasmette a chi non ha potuto, facendo uso dei mezzi tecnologici di cui il loro Paese è all’avanguardia. Sono un centinaio i giapponesi che ricevono la lettera settimanale nella loro lingua con il commento al Vangelo e altro, che la Cappellania invia via internet.
Al prossimo Natale sono in programma il presepio in origami e anche un concerto di canti spirituali del Paese del Sol Levante, eseguito da giovani cantanti giapponesi, nella chiesa della Cappellania. Vi sarà fatto pervenire l’invito.
Nella Cappellania settimanalmente si tengono anche incontri di ascolto del Vangelo, preceduto dalla meditazione del silenzio del corpo e della mente, secondo il metodo Zen. Come insegna il documento pontificio “Dialogo e annuncio”, ciò vuole essere un atto di “condivisione dei beni spirituali” che i popoli hanno custodito. L’incontro, aperto a tutti, è partecipato da italiani che ricercano nel silenzio la comunione con il silenzio di Dio.
Se vuoi, qualche domenica potresti partecipare alla nostra celebrazione eucaristica in lingua giapponese, con la lettura e l’omelia anche in italiano: Chiesa di Santa Maria Annunciata, P.zza Duomo 18 (al lato della Libreria San Paolo), ore 11,30.
Una parola sull’origami che hai ricevuto uscendo dalla Messa. L’origami è l’arte giapponese di dare la forma di stella, uccello, fiore ecc. a un foglio di carta colorato con la sola agilità delle punta delle dita, senza far uso di collanti o altro. E’ un’arte particolarmente amata dai giapponesi che nella loro tradizione hanno sempre celebrato la danza delle cose impermanenti. Tutto viene e va: se il cuore non si scompone nell’attaccamento, tutto viene e va in bellezza.
Da ultimo oso segnalare, a chi volesse, il mio ultimo libro “Delle onde e del mare” (Edizioni Paoline). In questo libro ho narrato il crogiuolo dell’incontro di me, missionario cristiano, con il Buddismo Zen, negli anni di vita missionaria in Giappone. Avevo creduto che fare il missionario significhi solo dire il Vangelo agli altri; ho sperimentato che nel contempo il Signore lo diceva a me.
p.Luciano Mazzocchi