Sabato 7 giugno:
terminato il ritiro di Padova, sto attendendo il treno per Milano e, seduto sulla panchina, gusto il panino saporito che Maria, coordinatrice del ritiro, mi ha preparato. Tra i binari due passerotti salterellano in cerca di qualcosa. Uno vola ancora in modo incerto sbattendo le ali. Stacco un bocconcino di pane e glielo getto. Lo becca, ma non riesce a ingoiarlo perché troppo grosso per lui. Nemmeno riesce a rigurgitarlo. Arriva il passerotto robusto e glielo porta via dal becco. “Animalaccio prepotente! La solita legge del più forte che regna nel mondo animale!” Dalla cattedra della mia coscienza umana lo redarguisco e lo commisero. Nel mentre il passero ladro pone il boccone di pane per terra e col becco lo divide in tre pezzettini che poi mette nel becco del passero piccolo uno dopo l’altro. Commosso, non potei altro che chinare il capo. Era il passero madre che stava insegnano al suo piccolo a volare. Gettai un altro bocconcino di pane stavolta al passero madre e anche questa volta, volando, lo portò al piccolo. Ne gettai un altro e solo allora il passero madre se lo mangiò, dopo che il suo piccolo aveva mangiato a sazietà. Grazie!
Tanti saluti, p. Luciano