Dom 19 Apr 2009 Scritto da Pierinux AGGIUNGI COMMENTO

lettera

Vangelo e Zen

Vangelo secondo Giovanni 20, 19-31

19 aprile 2009

Carissimi, un vecchio proverbio dice: Aprile, ogni giorno un barile! I nostri vecchi non si meravigliavano più di tanto se in aprile un giorno pare ancora inverno e l’altro già estate.

Anche i racconti sulla risurrezione di Gesù riportati nel Vangelo sono discontinui e sembrano pensati apposta per impedire che qualcuno confezioni la risurrezione dentro ragionamenti che non muoiono e quindi non risorgono . Secondo il Vangelo di Giovanni i discepoli, dopo i primi dubbi, gioiosi adorano il Signore risorto. Secondo Luca, dubitano fino all’ultimo giorno e solo quando Gesù sale al cielo credono. Poi è difficile rendersi conto come i primi cristiani, guidati alla fede da Paolo, già dubitavano sulla risurrezione ( 1 Cor 15). Una cosa è certa: la risurrezione di Gesù non fu un avvenimento eclatante e vistoso che sbalordì e non lasciò dubbi. Accadde realmente sì, ma non fuori bensì dentro l’esperienza dei discepoli e delle donne che lo seguivano. Mi permetto un ricordo personale, e ne chiedo scusa. Quando mio padre tornò a casa illeso dal fronte russo la notizia passò inosservata alle tante persone che non lo conoscevano, mentre per quella donna che fu madre mia e dei miei fratelli fu Vangelo di risurrezione: quindi novità di vita. Papà ha potuto tornare perché era nata una sorellina che poi, per una disfunzione non curabile in tempo di guerra, morì. Quella donna, evocando il fatto, parlava così a suoi figli, di cui due nati dopo il ritorno di papà: La vostra sorellina è morta per far tornare papà, perché doveva ancora lavorare molto per voi e perché dovevano nascere anche i due più piccoli di voi. Una bambina morì e risorse in sua madre; e sua madre risorse nella figlia che morì: risorsero assieme.

La risurrezione è la vita privatizzata nel tempo che muore e risorge la vita che è comunione eterna; muore l’io che vive per se stesso e in se stesso, risorge l’io che è comunione universale; muore il chicco che è uno solo e risorgono i molti chicchi. E’ morto Gesù; è risorto il Cristo. La risurrezione avviene nell’economia della grazia. L’ultimo saluto del Risorto ai discepoli avvenne così: “Allora aprì loro la mente all’intelligenza delle Scritture e disse: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati”.

Sabato 18 aprile nella chiesa della Cappellania giapponese in piazza Duomo, Izumi e Giorgio pronunciano il loro Sì. Osamu, fratello di Izumi, saluta il matrimonio della sorella con un giovane italiano, evocando un distico di Ryokan, famoso poeta e monaco Zen che visse sulle montagne della sua provincia in Giappone. Il distico dice: “Arde il fuoco: le foglie secche portate dal vento”. Il vento ti soffia addosso il freddo, ma contemporaneamente ti raccoglie attorno le foglie secche per accendere il fuoco e scaldarti. Vento di vicende e di rapporti umani che soffia imperterrito; foglie secche dei giorni e dei sogni che passano. Le foglie portate dal vento bruciano e mitigano il freddo portato dal vento.

I Vangeli narrano la risurrezione di Gesù nel Cristo con parole sobrie e semplici. La risurrezione è così intrinseca alla nostra esistenza, che ne facciamo esperienza quando ci convertiamo dal peccato di voler mistificare l’esistenza. Due giovani che si sposano risorgono a un “se stessi” più profondo del loro se stessi di prima. Eppure si sposano proprio perché non hanno mistificato il loro “se stessi” di prima, altrimenti sarebbero rimasti bloccati dai calcoli e dalle differenze etniche e culturali. L’amore guida a morire e a risorgere, in modo semplice e sobrio.

Izumi, Giorgio: Auguri!

Incontri

  • 18 aprile: sabato: Non c’è il ritiro del sabato a Desio
  • 19 aprile: domenica, ore 17.00-21.00. Ritiro Vangelo e Zen a Roma presso la Chiesa di Santa Lucia al Gonfalone, Via dei Banchi Vecchi 12. Informazioni: Rosario Tel 347.4076704
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