Sono prete e missionario. Gli occhi dei bambini e le colline dell’Appennino Emiliano dove sono nato mi insegnano a sorridere. I giapponesi fra cui sono missionario mi educano alla delicatezza. Ma anche sotto queste belle apparenze sento la mia italianità soffocare nel tepore asfittico di una serra astorica, di cui gli avvenimenti di Rosarno hanno palesato l’inconsistenza. Nella mia Italia ci si trastulla davanti alla sfida di cambiamenti storici enormi che tutti coinvolgono, ricorrendo a frasette astute che girano ad altri le responsabilità e tirano la misera acqua di qualche voto al mulino del proprio partito. La nostra è l’epoca della rabbia dei poveri di cui parlava Paolo VI. L’inarrestabile fenomeno dell’immigrazione ne è la conseguenza e non c’è astuzia alcuna che possa sedare quella rabbia. Dirsi delle frasette è un autoinganno. Il malessere è loro e nostro assieme. Se ci sono i clandestini è perché ci sono gli italiani che li vogliono sfruttare in nero; se ci sono le prostitute e gli spacciatori è perché ci sono i clienti che li cercano ai bordi delle strade; se c’è la mafia è perché attorno ristagna diffusa l’omertà. Lo stupro è un fatto terribile! Gli uomini italiani beneficiano dell’abbraccio delle loro mogli e i fidanzati dei loro reciproci baci; inoltre non pochi italiani calmano i loro istinti con la compagnia di prostitute e veline. Io prete, ogni giorno sono confortato dal volto tenero della madre di Dio che mi benedice. Ma quelle miglia di giovanotti che dormono in capannoni dopo una giornata di lavoro in nero sottopagato, senza la consolazione di nessuna tenerezza femminile…, quei giovanotti sono terribilmente esposti a compiere atti terribili. E se io, figlio di stupendi contadini delle colline piacentine, fossi nato là dove loro sono nati, forse anch’io sarei in quella terribile possibilità. Si può capire un altro senza mettersi nella sua posizione?
Senza comprendere che il malessere è comune? Affamati di cibo e di libertà hanno il vigore per attraversare i deserti e i mari. Uno di loro oggi è presidente della più potente nazione del mondo. Verso dove va la storia?
p. Luciano Mazzocchi sx
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