lettera
Vangelo e Zen
Carissimi,
anzitutto un ossequio alla madre Natura: i suoi prati dal color verde tenue, trapuntati di margherite bianche e di fiori gialli di tarassaco, ci rigenerano alla speranza. A giorni i contadini faranno la prima falciatura e l’aria profumerà di erba fresca appena tagliata.
Rendo omaggio a Gesù per il Vangelo che ci ha rivolto domenica scorsa. Ai discepoli che questionavano se la disgrazia del cieco nato fosse per colpa sua o dei suoi genitori, rispose: Né lui, né i suoi genitori; ma è per una manifestazione della grazia. Aggiunse anche: “Io sono venuto … perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi”.
Come è facile cadere nella presunzione di vedere, mentre non si vede! Nella vita privata di ciascuno di noi! Nella vita pubblica delle istituzioni! La presunzione di vedere, mentre non si vede affatto, consegue dalla presunzione di stare al centro del mondo, mentre ciascuno di noi vede solo dalla sua angolatura. Per vedere veramente, occorre non fidarsi del proprio punto di vista e, invece, allargare e approfondire il proprio sguardo attraverso il confronto con gli altri, soprattutto con chi vede differentemente. Chi vede solo i suoi punti di vista è miope, sia in religione, sia in politica. L’uomo, per vedere, dopo aver osservato e ascoltato attentamente, deve risvegliare nella sua coscienza la capacità di vedere più profondo e più ampio dei suoi occhi. Deve risvegliare la parte di sé che è più profonda e più ampia che la sua persona privata e singola; ossia, deve risvegliare la qualità di figlio di Dio e di sorella o fratello universale. Il vedere più profondo e più ampio dei propri punti di vista non deve ridursi a un rassegnato compromesso con il pensiero degli altri, per esempio allo scopo di raccogliere più voti e vincere alle elezioni. Piuttosto, deve regale l’esperienza gioiosa di scoprire che il proprio cuore è più ampio e profondo di ciò che la mente pensa. Una esperienza di libertà, quindi!
E’ la libertà che oggi manca nel nostro mondo politico, vittima della miopia di assolutizzare se stesso. Questa situazione interroga chi nella comunità svolge il ruolo di guida religiosa. Infatti, è’ la fede religiosa che dovrebbe guidare l’uomo alla scoperta che il proprio cuore può essere più profondo e più ampio delle proprie posizioni. Quindi, guidarlo al gusto del confronto dell’altro e dell’ascolto. Se la politica italiana, oggi, è così prigioniera delle proprie assolutizzazioni, senz’altro è dovuto anche al mancato esempio di chi testimonia la via religiosa. Sento la mia parte di responsabilità, come prete, che parlamentari che fanno la comunione eucaristica siano, di fatto, così sordi e ciechi alla comunione. Così idolatri di sé, della propria posizione, del proprio dio in terra!
La Suprema Corte di Strasburgo ha decretato che il crocefisso nelle aule scolastiche può restare, adducendo come ragione che è influente. Qualcuno, anche qualche prete, ha cantato vittoria. Invece l’OK è stato dato perché influente. C’è sempre un presumere di vedere, mentre non si vede!
L’altro giorno, quando aprii il cancello della Cappellania giapponese in P.zza Duomo, lei e lui – due giovani italiani – stavano seduti sul gradino. Sono anche miei amici, dato che spesso partecipano alla messa del giovedì pomeriggio. Lei stava piangendo, mentre lui era intento al telefonino. Li saluto e chiedo a lei perché piange. La risposta: perché l’amico, disoccupato, aveva creduto di aver trovato un lavoro part-time allo stadio di San Siro. Si trattava di alcune ore qualche giorno la settimana, dopo le partite. Aleatorie le ore, aleatori i giorni! E la paga Euro 5,00 all’ora. Quindi: 4 ore i lavoro una o due volte la settimana, stipendio 20,00 Euro per volta. Il giovane si sentì umiliato. Altri giovani lavorano in quello stadio, per 90 minuti una volta la settimana. Stipendio: milioni di Euro all’anno! E per arrotondare: valanghe di spot televisivi. Costituzione italiana, articolo 3: “Tutti i cittadini sono hanno pari dignità sociale… E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l’uguaglianza dei citatdini…”. Ma la (presunta) nipote di Mubarak non è come le altre tante ragazze nigeriane sui nostri marciapiedi. Sarà invitata e celebrata nei prestigiosi festini della vita mondana.
Il giovane militare, originario di Avellino, che alle 7 del mattino eseguiva il controllo all’ingresso laterale del Duomo di Milano, dopo il servizio e ancora in divisa militare, si accostò al confessionale. Inginocchiatosi, si mise a piangere. Motivo: quella mattina gli avevano comunicato che non gli avrebbero prolungato il servizio militare, causa il taglio dei sussidi statali. Mi confidò che col suo stipendio sosteneva la famiglia e perorava l’assunzione come sagrestano del Duomo. Siccome il confessionale che mi è stato assegnato non è a cabina chiusa e tutti possono vedere che dentro vi sta seduto un sacerdote, italiani e stranieri che vogliono confidare a un ministro di religione una loro difficoltà che li fa soffrire si accostano per un colloquio, una domanda, una benedizione. Ieri, una mamma mi ha chiesto di benedire una medaglia della Madonna da portare alla giovane figlia affetta da un brutto tumore. Così ho accumulato molti biglietti da visita o semplici foglietti con scritto su il nome e il cellulare di giovani e non giovani, italiani e stranieri, che ricercano lavoro. Conosco la mia impossibilità a rispondere, eppure sento che quei 5 minuti che dialogo con questi fratelli e sorelle sono molto preziosi, per loro e per me, nonostante la probabile inutilità tecnica.
Devo ringraziare per questa vocazione regalatami da Cristo: gli occhi umidi delle tante persone che mi confidano le loro situazioni senza veli, nonostante la mia atavica resistenza a non voler vedere oltre me stesso, purificano i miei occhi a vedere più profondo e più ampio delle mie idee. E a sentire che quel più profondo e più ampio è il vero modo di vedere.
Invito alla lettura di due libri:
- “In principio era la gioia” di Matthew Fox (Edizioni Fazi) con introduzione di Vito Mancuso, Euro 19,50. Negli Stati Uniti vendute 300.000 copie. Nel libro il teologo intende liberare il messaggio cristiano, quindi la spiritualità cristiana, dal dogma del peccato orginale, introdotto nella vita della Chiesa da Sant’Agostino. Vuole riscoprire il cristianesimo dei primi secoli, ancora non influenzato da tale incubo, e celebrare la positività e l’allegria della fede cristiana in un intimo rapporto con il creato. Il contenuto del libro è molto attuale e confortante. Regala sentimenti di vera fraternità con la natura e introduce nella mistica dell’ecologia. A mio parere, il dramma del male, trattato nella seconda sezione dedicata alla Via negativa, meritava più importanza. Forse le infinite vittime dell’odio umano o delle catastrofi naturali non vi trovano una sufficiente meditazione sul destino che li ha colpiti.
- “Una lettura orientale del dialogo – il caso Giappone” di Tiziano Tosolini (Pazzini Editore) Euro 15,00. Tiziano è un mio confratello, da anni dedito al dialogo fra il la spiritualità cristiana e la religiosità giapponese. Il libro vuole offrire ai cristiani dei parametri per un dialogo e un incontro fruttuoso con l’intimo e le forme della religiosità giapponese. Personalmente non conosco alcun libro più scientificamente documentato su questo attualissimo argomento. Disincanta da molte immaginazioni in cui l’occidentale incornicia il mondo giapponese, a suo uso e consumo per potersi coccolare nella fuga dalla realtà. Molto spesso l’occidentale mette i giapponesi negli scaffali del museo della sua immaginazione, mentre i giapponesi sono gente in carne e ossa come tutti gli altri uomini. In particolare dedica due lunghi capitoli sulla donna nella storia giapponese. Quindi, per una conoscenza non immaginaria del Giappone, soprattutto per chi crede che non occorre far combaciare l’altro alle impressioni che si hanno su di lui, per un incontro concreto e non immaginario, il libro di Tiziano è senz’altro utile.
17 aprile, domenica delle Palme, attendo chi può a Desio: processione delle palme e messa in giardino, condivisione pranzo, passeggiata.
p. Luciano
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