lettera
Vangelo e Zen
Il battesimo in acqua
“Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si cibava di locuste e miele selvatico e predicava: «Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo». In quei giorni Gesù venne da Nazareth di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, uscendo dall’acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. E si sentì una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto».
I fatti di questi giorni, come mai finora, mi guidano a comprendere perché il Vangelo distingua il battesimo in acqua da quello nello spirito. Questa distinzione nei secoli s’è persa, con grande svantaggio per un cammino cristiano autentico. Il brano di Vangelo di domenica 8 – casualmente uguale sia nel calendario ambrosiano come in quello romano – ci presenta Giovanni il battezzatore, il quale alla gente che andava da lui per essere battezzata, asseriva che lui battezzava in acqua; ma dopo di lui sarebbe venuto qualcuno più grande di lui che avrebbe dato il battesimo in spirito. Ovviamente, questo qualcuno, per l’evangelista che scrive, sarà Gesù. Gesù, a sua volta, confermerà la distinzione affermata da Giovanni, dicendo a Nicodemo: “In verità, in verità ti dico: Se uno non nasce da acqua e da spirito non può entrare nel regno di Dio” (Gv 3, 5). Ricordiamo qui l’etimologia greca del vocabolo battesimo: significa immersione, tuffo.
Il battesimo in acqua, ossia il tuffo nell’acqua, è amministrato da Giovanni, l’asceta. Indica la prima tappa della vita, quella ascetica, in cui il ruolo principale è svolto dallo sforzo, dalla ricerca, dalla fatica, dal sudore umano. Battesimo in acqua: l’acqua provvede al germogliare e al crescere di ogni vivente. Anche il corpo umano si plasma nelle acque del seno materno.
Il battesimo nello spirito (santo) è amministrato da Gesù, l’inviato dal cielo, il figlio divino. Indica la tappa mistica della vita, quando questa, temprata dal cammino ascetico, matura il suo sapore, il suo colorito, il suo profumo. Così avviene di un cereale, di un frutto, di un animale e, ovviamente, dell’uomo. Cessa il processo di crescita e inizia quello della maturazione.
Certamente si può riconoscere che il battesimo in acqua è laico, quello in spirito è religioso. E’ possibile presumersi battezzati in spirito, senza essersi mai stati battezzati in acqua. E’ possibile presumersi spirituali, senza essere mai stati umani. E’ possibile essere immersi in religione, senza essersi immersi in umanità.
Il battesimo ai neonati, usanza introdotta tardi nella storia della chiesa, ha incoraggiato l’omissione del battesimo in acqua. Il battesimo in acqua fu agglomerato in quello in spirito. Così avvenne nell’uomo quanto purtroppo oggi viene praticato coi pomodori: ancora acerbi e non cresciuti, sono stimolati chimicamente a diventare rossi e a figurare come fossero maturi. Il cristianesimo ha messo in ombra il cammino laico, facendo leva sull’insegnamento di Agostino che dichiara l’uomo radicalmente corrotto dal peccato originale e, quindi, incapace del minimo retto sforzo senza il battesimo in spirito. Nel cattolicesimo si tende a riportare tutto nell’ambito della chiesa, al punto che i ministri religiosi entrano in quasi tutte le questioni laiche; nel protestantesimo si tende a riportare tutto nell’ambito laicale, sicché il laico diviene automaticamente colui che dirime anche le questioni religiose. “In God we trust”, sta coniato sulla moneta degli USA, il paradiso delle confessioni protestanti.
Alcuni fatti di questi giorni che mi guidano a riconoscere il valore inalienabile del battesimo in acqua amministrato da Giovanni, l’asceta.
Un vigile urbano, per svolgere il suo dovere di proteggere la sicurezza dei cittadini, con la sua bicicletta fa barriera a un suv (sport utility vehicle, l’auto di chi anche quando viaggia vuole far notare la sua “potenza” ), ma viene intenzionalmente travolto e trascinato. Il fatto ha commosso profondamente chi lo conosceva e chi non lo conosceva: c’è chi muore svolgendo il suo ruolo per la sicurezza sociale! C’è il martirio del battesimo in acqua, ossia del proprio dovere laico: un battesimo spoglio, senza aureole o canonizzazioni in Piazza San Pietro. Vigile urbano, grazie!
Davanti all’Isola del Giglio la lussuosissima nave del divertimento si incaglia e affonda: morti, feriti, panico. Gli operatori di bordo non erano stati addestrati all’opera di salvataggio. I giubbotti salvagente non erano muniti di pile per tenere accesa la spia che segnali nel mare la presenza del naufraga. Il comandante lasciò la nave prima degli ospiti. Come i pomodori artificialmente arrossati: apparenza! C’è da augurarsi che sulla nave non ci fosse la cappella! Se c’era, la mancanza di battesimo in acqua è ancora più stridente! Eppure è una nave, che vive sull’acqua, ma senza aver imparato la lezione di umile dedizione che l’acqua svolge nei campi, nei boschi, nel seno degli esseri viventi. Senza aver mai imparato quanto sia rigorosa la via dell’acqua!
Commuove il lamento degli abitanti del Centro di Milano che, davanti al provvedimento del Comune che prescrive anche per loro il pedaggio, protestano: “Ci tocca pagare anche per tornare a casa!”. Commuove, ma non convince del tutto. Infatti, chi abita nell’area C della città avrà grandi benefici dal provvedimento: meno traffico attorno alla propria casa, aria più pulita, meno rumore e – promessa del Comune con il ricavato del pedaggio – migliorie alle strade e ai marciapiedi. Sarebbe non equo che l’onere di questi benefici fosse addossato soltanto su chi non ne è il primo beneficiato, vale a dire su chi ogni giorno deve entrare da fuori, pagare il pedaggio e alla sera ritornare a casa, forse lontano. L’uomo fatica a pensare a sé dentro lo stesso pensare agli altri. D’istinto isola allo scopo di non perderci e perde di vista la sua natura universale, cosmica, divina. Ci ferisce il vedere i nostri parlamentari che si proteggono fra loro, o proteggono i loro interessi. Il titolo onorevole: come i pomodori artificialmente arrossati!
Gli indignados salgono sull’albero di Natale in Piazza San Pietro. Cosa accade?
A Pilato che lo giudicava Gesù disse: “Chiunque è dalla verità ascolta la mia voce” (Gv 18, 37). L’essere dalla verità che precede l’ascolto della voce di Gesù è il battesimo in acqua, amministrato dall’asceta Giovanni. Forse in Italia la chiesa cattolica, con il suo zelo onnipresente, con la sua acqua benedetta che sostituisce la preziosità dell’acqua che scaturisce dal ventre della madre Terra, ha contribuito a quella cultura in cui un comandante può abbandonare la nave che affonda, prima dei passeggeri.
“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”, comanda Gesù. Gratuitamente lo sforzo umano fino in fondo, gratuitamente la grazia dal cielo fino in fondo! La lettera che allego, inviatami da cari amici, lo testimonia.
p. Luciano
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