Vi presentiamo qui il PROGRAMMA del FESTIVAL del Benessere fra Arte e Natura a Palazzo Arese Borromeo che si terrà il 4-5-6 OTTOBRE a CESANO MADERNO.
Gaia, pianeta terra, è un universo complesso di speciale dove ogni componente dovrebbe essere naturalmente in equilibrio con l’altra oltre che con tutti i suoi abitanti, tre quali l’uomo costituisce la variante più complicata e mutevole.
Per aiutare Gaia a ritrovare la propria armonia e proprio bene-essere, palazzo Arese Borromeo propone autori, esperti, artisti che possono contribuire a farci conoscere stili di vita più sobri, metodi di cura naturali e abitudini alimentari migliori.
Sperimentando i loro suggerimenti, si potrà scoprire cosa significa “ecologia consapevole” per rendere le abitazioni completamente ecosostenibili, o quanta energia genera una risata di cuore; o ancora quanta ne possiamo trovare nelle acque sacre, le fonti dell’anima.
In questo percorso di ricerca del bene-essere, palazzo Arese Borromeo accoglie i suoi ospiti in ambienti unici, affreschi, sale viale di spazi ci riportano all’armonia immaginata di pensare nel ‘600.
Intatto esempio di architettura seicentesca – voluto da Bartolomeo terzo a Varese come ‘villa di delizia’ lontana dai doveri della corte milanese palazzo Arese Borromeo esprime una severità lineare della struttura esterna e per contro, una ricerca pittorica dell’allegoria tipica della sua epoca nelle sale affrescate dove regna il simbolismo ricorrente delle corti del XVII secolo. La ricerca del bello, la fusione tra esterno ed interno che ancora nelle boscarecce, fanno della dimora borromaica il luogo ideale per impostare – allora come oggi – quel percorso di fusione fra uomo e natura, tra spirito e conoscenza, che predispongono l’ospite a comprendere come “arte, benessere e natura” possano trovare la loro intrinseca correlazione, anche nella nostra epoca.
(Cliccare l’immagine per scaricare il programma)
Vi parteciperà p.Luciano Mazzocchi con un intervento.
“qualora la povertà è beata e la ricchezza triste”
Il complesso psicologico (psicosi) del possesso mortifica l’immediato rapporto con l’altro, sia con le persone, sia con le cose, sia con la natura, perché riduce l’altro a oggetto posseduto dal soggetto possedente. Dove il rapporto rimane povero, non disturbato da discriminazioni e attaccamenti, non infastidito dall’istinto di mettersi in posa, tra le parti ci si comprende più con il silenzio che con le parole. E si sente il profumo dell’essere lì. Guardando l’immensità del cielo, ci si sente poveri e piccoli; ma anche compagni del pellegrinaggio dell’esistenza. Ed è gradevole sostare a contemplare il paesaggio che ogni giorno cambia, elevando una preghiera.
p.Luciano
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