Vangelo e Zen, Desio
Fine novembre 2014
Il bonsai ginko-biloba, prima di restituire le sue foglie alla legge della trasformazione, ne ha ulteriormente intensificato l’elegante colore d’oro. L’oro del metallo è rigido, quello delle foglie è tenero. In questi sabati le foglie d’oro del ginko-biloma, prima di riconsegnarsi alla terra, hanno intenerito l’aula dove abbiamo praticato lo zazen e ascoltato il vangelo. Grazie!
(foto di Stefano A.)
Dopo nove anni di cammino era spuntato un virgulto: la bella comunione di pellegrinaggio esistenziale fra giapponesi cristiani o amici del vangelo e italiani cristiani amici della sensibilità religiosa giapponese. Si chiamava: Cappellania cattolica giapponese di Milano. Il virgulto è stato reciso.
Venerdì 21 novembre ore 6,50. Con la ferita aperta per la recente recisione, sto attendendo l’apertura del Duomo per il servizio delle confessioni. Con me ad attendere solo cinque o sei fedeli, quand’ecco sopraggiungere una decina di studenti di liceo, ragazze e ragazzi. Uno di loro, tenendo in mano il casco, mi si avvicina.
– “Mi sa dire se c’è la messa in Duomo?”.
– “Sì, alle 7,00. Fra qualche minuto il Duomo verrà aperto e subito ci sarà la messa”.
L’atmosfera era piuttosto fredda e bigia e ciò aumentò il mio stupore verso quegli adolescenti venuti alla prima messa di un giorno feriale.
– “Avete fatto un proposito come gruppo per venire alla messa così presto, oggi che è venerdì?”.
– “Abbiamo passato la notte in fila davanti al teatro della Scala per comperare il biglietto dell’opera a basso prezzo per gli studenti”.
– “Quanto è costato?”.
– “10 euro, ma costa molto di più. Ci sono solo pochi biglietti scontati per gli studenti e li distribuiscono al mattino presto. Noi ce l’abbiamo fatta!”
– “Complimenti!”.
– “Adesso andiamo a messa e poi andiamo a scuola!”.
Quel venerdì, come ogni settimana, ho passato varie ore in Duomo ascoltando confessioni e domande di luce. A molti, come incoraggiamento a sperare, ho parlato degli studenti che hanno passato la notte per ottenere un biglietto scontato per assistere all’opera alla Scala, e che poi sono venuti alla messa e quindi sono andati a scuola. Uno di loro aveva in mano il casco: probabilmente veniva da fuori Milano.
C’è sempre un germoglio che non permette allo scoraggiamento di farcela a spegnere tutta la speranza.
Sempre quel venerdì varie strade di Milano erano ostruite dai cortei dei dimostranti. Un gruppo di studenti universitari tentò di sfondare il portone del vescovado. Polizia, lacrimogeni. Non so se tra quelli c’era anche qualche studente di liceo incontrato quella mattina davanti al Duomo. Cosa ferve nel cuore di questi giovani che vanno a messa alle 7,00 del mattino dopo aver passato la notte in fila per ottenere un biglietto per l’opera, e che tentano di sfondare il portone del vescovado?
Nel Corso Vittorio Emmanuele, non ostruito da cortei, anche quel venerdì c’era il consueto gruppo di gagliardi giovani che esibivano ai passanti le loro acrobazie: capriole, danze con le mani a terra e i piedi in alto, gesti acrobatici alla musica pop. Molti passanti si erano fermati a gustarsi quella gagliarda vitalità e anche quella volta, come spesso, ringraziarono con un sonoro battimani e, ovviamente, anche rilasciando qualche moneta. Ancora animato dallo stupore regalatomi dagli studenti di liceo della mattina davanti al Duomo, mi sono fermato anch’io ad ammirare lo spettacolo. Nel momento di pausa mi sono accostato a quegli artisti di strada e ho chiesto di poter stringere loro la mano. Quel venerdì portavo il colletto che contraddistingue i preti e subito come tale sono stato riconosciuto.
– “Vorrei stringervi la mano, perché con le vostre acrobazie date allegria a tanti passeggeri. Grazie!”.
– “Padre benvenuto. Ci benedica!”
Così dicendo, il più gagliardo del gruppo che mostrava il dorso nudo decorato da tatuaggi mi abbracciò e mi regalò un sonoro bacio. Poi, lui, io e un altro, abbiamo congiunto le mani e pregato insieme l’Ave Maria. Quindi ho tracciato su di loro la benedizione. Un segno di croce sul petto seminudo e decorato di tatuaggi e poi di nuovo a gesticolare acrobazie. Anche qualche spettatore si era fatto il segno della croce.
Un gruppo di studenti di un liceo di Desio, insieme con il loro professore di religione, ha chiesto di radunarsi presso questa casa Vangelo e Zen per un suo cammino di ricerca all’armonia e alla pace. Fra loro anche qualche studente musulmano. Il gruppo mi ha chiesto di accompagnare il loro viaggio.
L’anno prossimo presso questa casa può costituirsi, come due anni fa, una piccola comunità di giovani che iniziano e terminano la giornata con lo zazen e il vangelo.
C’è sempre un germoglio che non permette allo scoraggiamento di farcela a spegnere tutta la speranza.
p. Luciano