Grazie e auguri ai carissimi ragazze e ragazzi venuti al laboratorio di origami per fare la stella di Natale e la colomba della pace piegando un foglio di carta con le proprie dita. Qualcuno butta la carta per terra e sporca la strada, mentre con quella carta si possono fare tante cose belle. Basta trattare bene le cose con le proprie mani e queste diventano belle. Anche un pezzo di carta strappato. I rami degli alberi trattano bene le loro gemme e diventano fiori. Anche a nome vostro ho mandato il saluto di Buon Anno alle Sensei che vi hanno insegnato a fare gli origami. Ricordate il loro nome? Mayumi sensei, Aki sensei, Inao sensei, Elena sensei… Ho mandato il saluto nella loro lingua, lo puoi vedere sotto. Al saluto ho allegato alcune foto che allego anche a questo messaggio in modo che possiate farle vedere agli amici che non hanno potuto venire. C’è anche la foto di Ryosei: è il bambino di Yasuo sensei, il mastro che ci ha fatto imparare e cantare “Shizukeki, mayonaka, hoshi wa hikari…” ossia: “Astro del ciel, pargol divin,…” e l’inno “Mariasama no kokoro” ossia: “Il cuore di Maria…” , dedicato al cuore di Maria madre di Gesù e di tutte le madri. Puoi clikkare in Google: http://www.mother-god.com/hymns-to-our-lady.html e ci trovi questo inno cantato da una ragazza come voi. C’è pure la traduzione in italiano. Yasuo sensei e sua moglie Akiko mi hanno chiesto di battezzare il loro bambino Ryosei. Adesso devono fare un cammino di preparazione, ma quando sarà tutto pronto, verreste anche voi? Allora canteremo ancora: “Mariasama no kokoro, sore wa aozora; watashitachi wo tsutsumo hiroi aozora…: Il cuore di Maria è come il cielo azzurro, un ampio cielo azzurro che abbraccia tutti noi…”. Se poi qualche volta passate in Via Eustachi 17, Milano, e vedete la scritta “POPOROYA”, scritta anche in giapponese: ポポロや, è il ristorante del Babbo Natale che è sceso giù dal tetto ed è entrato dove noi facevamo gli origami, senza fare rumore. Si chiama Shiro e molti vanno al suo ristorante perché è molto bravo nel preparare i sushi, un piatto giapponese. Vende anche i dolci che piacciono ai ragazzi giapponesi facendoli dal Giappone. Io gli sono amico da quando 7 anni fa mi ha chiesto di essere battezzato per diventare compagno di Gesù e assieme fare molte cose buone e belle. Shiro prepara i sushi con la punta delle sue dita, proprio come si fanno gli origami. Finiti gli origami, prima di tornare a casa avete lasciato la vostra offerta per i ragazzi dello Zambia che non possono andare a scuola, perché non ci sono le scuole. Abbiamo raccolto euro 170,00. In allegato anche la foto della ricevuta della Caritas. ARIGATOO. Un patto: Noi non butteremo per terra la carta. La useremo per fare un origami da mettere vicino a un vaso di fiori in casa, o da portare a una persona ammalata. Quando la carta non sarà più buona per fare cose belle, faremo noi la cosa bella di metterla nel suo cestino. E il mondo resterò bello. SAYONARA! padre Luciano, missionario.
Bello il mondo. Facendo gli origami avete imparato la parola giapponese: Arigatoo, che vuol dire Grazie. Non buttiamo la carta per terra; invece, con la punta delle nostre dita, facciamo la stella di Natale e la colomba della pace. Il mondo sarà un po’ più bello. Sayonara! p. Luciano
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