Mitsugo no tamashii wa hyaku made! 三つ子の魂は百まで!
Una coppia con il proprio bambino di nome Nicola lascia la città dalle tante opportunità per ritornare a casa, nella natura che a volte noi cittadini denominiamo selvaggia. Ritornò a vivere dove finiscono le coltivazioni curate dall’uomo e inizia il dominio immutato della natura. Un notte Nicola, 21 mesi, lascia la sua cameretta e si inoltra nel bosco dove, solo tra fitte sterpaglie, trascorre un giorno e due notti. Il luogo: una scarpata dell’Appennino, dove cinghiali, cervi, lepri e tanti altri animali di notte fanno la loro movida. Quando fu ritrovato, una sola esclamazione: Mamma. Quindi un balzo tra le braccia del papà. Non era successo nulla di anormale. Dall’etimo greca Νίκη – Λάος, Nicola significa il popolo vince. Un proverbio giapponese dice: Mitsugo no tamashii wa hyaku made! 三つ子の魂は百まで!Ossia: l’anima di un bambino di tre anni fino a cento. Il vigore di un/a bambino/a a tre anni dura fino a cento anni. E’ una constatazione e, contemporaneamente, è una preghiera, è un augurio.
Domenica 11 luglio papa Francesco ha pregato l’Angelus dal balcone dell’ospedale Gemelli dove da una settimana è ricoverato. Vicino al papa orante, alcuni bambini dal volto cereo e dal capo calvo. Sono i piccoli malati di tumore ospedalizzati nelle camere adiacenti quella di papa Francesco. Bianca la veste di papa Francesco, bianchi i volti dei bambini. “Papa Francesco, hai sentito la mia preghiera che ho fatto per te? Io ho sentito la tua che hai fatto per me”: le aveva scritto una bambina dell’attiguo reparto oncologico.
L’immagine dei bambini dal volto cereo ma dagli occhi luminosi è lo sfondo della mia meditazione e della mia preghiera di questi giorni. A loro si unisce il coro immenso dei bambini dal vigore che dura fino a cento anni che sono stati stroncati dalle mine antiuomo, dalla fame, dai flutti del mare che sommergono la barca dei loro sogni, dal pluriforme rifiuto da parte di tanti adulti. La loro immagine mi fa sentire solo nella sterpaglia dei miei dubbi. Nicola mi insegna come rimanere fiducioso, composto, in ascolto, orante.
L’anziano che sente vicino il traguardo del suo viaggio terreno è già predisposto dalla stessa perseveranza di anni e anni a riconsegnarsi alla fonte da cui la sua avventura esistenziale è sgorgata. Si riconsegna sazio di anni come dice la Bibbia, con cicatrici e calli, ma con la riconoscenza nel cuore, importando nell’eterno i sentimenti che solo nel tempo che scorre possono maturare; e l’eterno ne è arricchito, perché l’eterno senza le stagioni del tempo è monotono.
Ogni bambino ha nel corpo l’energia di vivere fino a cento anni, fino alla maturazione dei sentimenti con cui farà più bello il paradiso, il paradiso di tutti. Il piccolo Nicola ce lo ha gridato tramite il silenzio di due notti e un giorno in cui è rimasto solo, nel grembo di madre natura. Un bambino di città, sempre circondato dalle tante cure da parte della famiglia e della società, forse non avrebbe retto. Il vigore dell’anima del bambino di tre anni che dura fino a cento anni vuole poter riposare nel grembo di madre natura, e succhiarne l’alimento. In quel grande grembo, come una porziuncola dentro una grande basilica, il caldo e amabile grembo della propria madre umana.
Nel grande grembo della natura anche il grembo materno della chiesa che mi ha battezzato con l’acqua, mi ha confermato con l’olio, mi nutre con l’eucaristia del pane e del vino, tutti suoi doni. E benedice l’amore tra la donna e l’uomo da cui lo sgorgare di nuovi virgulti di vita. La natura è madre anche in Dio, madre di Dio. Dall’unico grembo divino le tre persone, le tre stagioni divine, i tre volti divini, la triplice divina operazione di salvezza come soleva dire il cardinal Carlo Maria Martini.
27 giovani italiani hanno raggiunto la vittoria nel torneo calcistico europeo 2020 posticipato di un anno per il covid. Come italiani tutti abbiamo condiviso la gioia di questo trofeo. La giovialità dei giovani atleti si è effusa su tutta la nazione. Avevamo bisogno di una presa di fiducia come
nazione, e la vittoria agli europei fu una grazia. Nei momenti di gioia bisogna gioire. Tuttavia verrà il giorno della sconfitta e, allora, accetteremo la sconfitta senza perdere nulla. Saper perdere ha un valore in più che il semplice saper vincere. La squadra inglese non ha saputo accettare la sconfitta e l’ha resa più triste. La natura sa vincere e sa perdere.
Il mondo del calcio, da cui l’allegria italiana di questi giorni, ha le sue ombre croniche: l’ingiusta mole di denaro, le scommesse, le violenze delle tifoserie. L’anima di tre anni facilmente viene intorpidita. Un uomo di 42 anni, Michele Colosio, il vigore dei tre anni l’ha custodito e stava riversandolo sui bambini del Chiapas il cui vigore originario era deturpato dalla violenza di adulti che quel vigore l’hanno perso. Nel suo vigore originario fu immolato. Tutti insieme, anche gli atleti azzurri, anche i sacerdoti, grandi e piccoli, chiniamo il capo. Quel suo vigore è il nostro originario. E’ la nostra natura!
p. Luciano
Michele e i bambini del Chiapas – una legge degli adulti (privacy) non ci permette di ammirare il volto dei bambini. Ma perché oscurare il volto dei bambini? Chiedendo perdono…
https://www.bresciatoday.it/cronaca/omicidio-michele-colosio.html
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