Questa mattina nella mia seduta di Zazen, essendo lontano dalla casa dove abito abitualmente, mi mancava qualcosa che potesse riprodurre il suono del gong. Dopo vari tentativi insoddisfacenti ho finalmente trovato qualcosa che potesse avvicinarsi a quel suono che invita alla meditazione: un bossolo.
Era di mio padre, lo trovò quassù sugli altipiani trentini dove più di cento anni fa’ in decine di migliaia hanno perso la vita, chi per un Regno che voleva portare alle Alpi i suoi confini, chi per un Impero ormai in dissolvimento.
Così , guardandolo, ho pensato: “Caro bossolo è arrivato il momento che tu compia un altro salto evolutivo: dopo avere forse causato a qualcuno tanta sofferenza, per poi rimanere per anni relegato alla funzione di vaso da fiori in onore alla canzone de “I Giganti” che noi giovani hippies cantavamo negli anni ’60 (“Una canzone di pace”…mettete dei fiori nei vostri cannoni..) oggi con il tuo suono mi aiuterai ad entrare meglio nella mia giornata.”
Maurizio Lari
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