La stella del mattino – cammino religioso Vangelo e Zen
Milano, lunedì di Pasqua 2022
Milano, lunedì di Pasqua 2022
“Un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho” (Lc 24,39). Nella Pasqua anno 2022 che stiamo celebrando, queste parole di Gesù continuano a riverberarmi, straordinariamente cariche di verità e di attualità, meravigliato a me stesso di non averne finora percepito il profondo valore. L’interpretare la risurrezione di Gesù a semplice simbolo di rinnovamento circoscritto alla sfera interiore o intellettuale o spirituale, si direbbe a un evento che riguarda l’anima e non il corpo, mi ha allettato nel passato. Mi era apparso anche come un metodo convincente per accostare l’uomo moderno al Vangelo: una risurrezione alla new age. Quindi ho visto il graduale disfarsi di ogni vantato raccolto ottenuto attraverso tale proselitismo a facile prezzo. Del resto, anch’io che parlavo loro delle 8 beatitudini, gongolavo nell’attesa di far colpo, di conquistare. Il peso della carne e delle ossa mi dava quasi fastidio.
“Non assuefacciamoci alla guerra”, raccomanda papa Francesco. Sì, l’assuefarsi a una situazione finendo per darla come ovvia, perfino una situazione di guerra, consegue dal parlarne e parlarne senza toccare terra, ma facendo frullare nell’aria idee senza carne né ossa. Per i bambini e le donne dei luoghi di guerra non è così. Essi non ne parlano, ma muti ne portano il peso nella loro carne e sulle loro ossa.
Quando le parole abbondano senza la carne né le ossa del loro significato originario, nell’atmosfera si ingenera il clima di un massimalismo in cui le tante e tante parole perdono il loro significato unico e distinto e si prostrano alla massificazione in un’unica idea dominante. Anche la risurrezione di Gesù può essere massificata, prostrandola ad una sola idea dominante: Gesù è risorto perché è Dio. Soppesando le parole di questa risposta ne viene subito una obiezione: Ma perché ha dovuto morire se è Dio che tutto può? C’è un massimalismo religioso e teologico che ignora il peso dei fatti concreti. Nessuno ha visto Gesù risorgere e gli incontri di Maria di Magdala, delle pie donne, di Pietro e dei discepoli con Gesù risorto avvennero tutti in modi distinti, personali e unici, ciascun incontro con la carne e le ossa del Incontrante e dell’incontrato, al punto che sfuggono alla massificazione di una registrazione cronologica. Il risorto in carne e ossa a tu per tu con i discepoli in carne e ossa.
Oggi possiamo parlare della guerra in atto evocando ed evocando situazioni, motivazioni, condizionamenti, fatti del passato e prospettive del futuro, e tant’altro da perderci nella marea di parole, dimenticando che nello stesso istante un bambino, una donna, un soldato russo o ucraino, o un civile in fuga viene colpito a morte. In una clima di massimalismo le responsabilità non hanno un nome proprio. Ciò che è “proprio” ha pure un volto, un abito, uno stile ecc. che non si assoggetta all’idea massificante del tutti uguali. Immaginiamoci che i testimoni della risurrezione di Gesù avessero tutti scritto che Gesù è risorto perché è Dio, anziché narrarci i particolari palpitanti del loro incontro con il Risorto. Noi saremmo qui con un cristianesimo massimalistico e fondamentalistico che ci assoggetta tutti a un Gesù che è risorto perché è Dio, rimasto senza la carne e le ossa del tempo che diviene. E rimarrebbe l’enigma: se è risorto perché è Dio, perché mai è morto?
Tutto accade sotto lo stesso cielo, tutto è correlato, ma ogni esistente esiste avendo un suo unico, un suo nome, una sua responsabilità. Raimon Panikkar afferma che ogni presente è sempiterno. Il presente è istantaneo, effimero cronologicamente; eppure è la porta stretta da cui si accede all’eterno in cui ogni presente è abbracciato, redento, amato. La via larga delle idee e parole senza carne né ossa, sazia della sua vastità illimitata, non ha alcun angolo che si presti per fermarsi ad aprire un accesso a oltre se stessa. Così tanta cultura, tanta religione, tanta vita sociale di oggi: risurrezione di idee senza carne e senza ossa., perfezione dei 99 giusti che non hanno bisogno di penitenza, per cui non portano nell’eternità la grande gioia che invece porta un solo peccatore, dal nome e cognome propri, il quale fa un cammino concreto di conversione.
Confucio afferma che il sapiente dà il nome proprio, non quello approssimativo, a tutte le cose. Il cammino del Buddhismo Zen è indicato con l’ideogramma che significa camminare e compiere: 行 (gyō). Gesù disse: “Io sono la via, la verità e la vita”.
Maria Alacevich, una persona amica di Genova, mi ha inviato il video dal titolo: “… e la Madonna si missò en cammine…”, concerto eseguito nella chiesa dei Santi Cosma e Damiano a Genova il giorno 11 aprile 2022. Gente del popolo, tra cui lo sposo di Maria, eseguono gli inni (canzoni sacre) di varie contrade italiane, da Bergamo alla Sicilia. Protagoniste le donne che interpretano il cuore di Maria e di tutte le madri che stanno in piedi nel dolore alla morte di un figlio o di una figlia. Titolo del concerto sacro: “… e la Madonna se missò en cammine… ”
La sera di Pasqua ho ascoltato con molta commozione. A chi volesse vedere e ascoltare, ecco il link: