Carissimi, a tutti l’invito ad ammirare la policroma danza delle foglie che cadono, e sui rami spogli l’abbozzarsi delle nuove gemme. “Ciò che sorge e ciò che decade” è la riflessione di questa lettera, una riflessione molto attuale. “Ciò che sorge e ciò che decade” dice il ritmo anche del nostro cammino. Potete conoscere “ciò che sorge”, ossia le nuove espeienze che sono poposte, cliccando il nostro sito: <www.vangeloezen.org>. In home trovate subito i vari programmi. “Ciò che sorge” è particolarmente dei giovani. Dei nostri programmi ne allego due a questa lettera: 1) l’appuntamento Vangelo e Zen delle ore 07:00 – 08:00, giorni feriali, prima di accedere al lavoro o all’università, a Roma, animato del neo laureato Isacco. Isacco, auguri! 2) l’iniziativa dei giovani universitari presso questa sede a Milano. Una domenica al mese: il silenzio dello Zazen, il Vangelo e l’Eucarisia, la composizione in haiku delle proprie esperienze più profonde. Vi li trasmetteremo, col ispettivo benestare dell’ASAE, l’ente che sovraintende la diffusione dei capolaori d’ate.
Buona lettura! p. Luciano
Il 1mo novembre, festa di tutti i santi, sostai in meditazione davanti al loculo che custodisce, unite, le spoglie della donna che mi ha partorito e dell’uomo che ha rotto le sue ossa arando campi per raccoglierne i frutti con cui nutrire la numerosa famiglia. Peregrinando tra i vari settori dell’ampio campo-santo, sostai di nuovo a meditare davanti a una scena sorgiva di speranza. Nel campicello delle tombe scavate nel terreno, una famigliola – genitori e tre bambini – attorniava il piccolo cumulo di terra su cui era apposta un’assicella con scritto un nome e fissata una foto. Quindi una sepoltura recente, non ancora corazzata da marmi. I genitori narravano delle cose ai bambini e questi, di tanto in tanto, raccoglievano sulle proprie dita un bacione e lo incollavano sulla foto, probabilmente della nonna o del nonno.
Il telegiornale per giorni ci ha parlato del massacro di giovani avvenuto durante una festa di Halloween a Seul. Halloween: la festa spettrale in contrasto con le ricorrenze liturgiche di tutti i santi e di tutti i morti. Halloween: il vivere pigia – pigia di uno sull’altro, di una cosa sull’altra, spintonando, calpestando…; eppure, anche in questo mondo che decade, ecco subito qualcosa che sorge: i giovani scampati al pericolo con tutte le loro forze si sono messi a rianimare i compagni caduti, e i genitori di questi a elevare preghiere e accendere un lumino. Ciò che sorge e ciò che decade!
Papa Francesco in questi giorni sta compiendo la visita pastorale alla chiesa del Bahrein, arcipelago dell’Arabia Saudita, cuore dell’Islam. Nei secoli passati, e in alcun luoghi tuttora, il rapporto tra Chiesa cattolica e l’Islam è stato di conflitto. Eppure, anche secoli di conflitto decadono e sorge il nuovo. Papa Francesco è stato accolto dai dignitari dell’Islam e dai governanti dell’arcipelago con i massimi onori, compreso lo scambio del bacio. Nel mentre una folla di immigrai nel Bahrein dalle Filippine, dal Kerala indiano, dal Vietnam, dal Sud America, perfino dall’Arabia Saudita stipava lo Stadio Nazionale attendendo l’arrivo del papa per la celebrazione eucaristica. La celebrazione fu festosa: sul volto di quegli immigrati gioia e lacrime.
Alcune imbarcazioni ong che battono bandiera tedesca e norvegese sostano in acque internazionali del Mediterraneo chiedendo approdo ai porti italiani. Un pigia – pigia di trattazioni fra il governo italiano e quelli delle bandiere battute dalle ong. E un pigia – pigia anche nelle nostre coscienze, perché il problema degli sbarchi è così complesso che può trovare soluzione solo dalla visione che coglie ciò che decade e ciò che sorge. Decadono l’adulazione del progresso senza limiti e della superiorità di una etnia e sua cultura sulle altre. Decadono tutti i sistemi filosofici, culturali, economici, religiosi, che pretendono detenere il modo di vivere assoluto.
Occorre lasciar morire ciò che muore, seppure accendendogli un lumino. Non si tratta di disprezzare, ma di lasciar morire, caso mai mandando anche un bacio a ciò che ci fu di vero e di bello nel passato che ora muore.
La santa messa allo stadio nazionale di Bahrain con papa Francesco, figlio di immigrati italiani in Argentina, circondato da una folla festosa di immigrati operai provenienti dalla parte povera del mondo, quella scena è il nuovo che sorge. E’ il nuovo che sorge dall’animo mite, ma anche potente: hanno affrontato il cambiamento in atto e continuano a sorridere alla vita.
L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha scagionato l’incubo in tutti noi e nella nostra mente ecco il pigia – pigia di opposte soluzioni. Chiamiamo tempi normali quando potevamo usare il metano a piacimento e a un prezzo modico. Normali? La risorsa di metano ha un limite e le generazioni future lamenteranno che la nostra generazione ne ha fatto man-bassa. C’è un nuovo che sorge nel disagio che oggi proviamo. Lo stesso avvertire il disagio è il preambolo del nuovo.
“In un’epoca di poteri violenti la vera sfida è amare il nemico!” (papa Francesco).
p. Luciano
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