vita – morte – risurrezione
Dopo giornate piovigginose, sabato 16 marzo il sole ha riversato la sua calda luce sulla città di Milano: un invito anche al sottoscritto per una passeggiata nel vicino Parco Sempione. Prati rinverditi dalla pioggia dei giorni precedenti e camelie in fiore, ma soprattutto il grande parco adibito a “luna park” per bambini e loro genitori e nonni: piste di macchinine, giostre, lo storico trenino e l’ardito ottovolante e altro. Concerto gioioso della vita: boccioli, fiori, frutti maturi di vita umana, capolavoro della creazione. “Rallegratevi con quelli che sono nella gioia”, raccomanda l’apostolo Paolo. L’invasione di bambini con i loro genitori al Parco Sempione adibito a Parco giochi mi ha veramente rallegrato.
Altrove i bambini soffrono la fame e gli adulti vagano tra le case distrutte dalle bombe. “Piangete con coloro che sono nel pianto” di nuovo raccomanda Paolo. Contemporaneamente rallegrarsi con chi è allegro e in egual modo piangere con chi piange: questo è il cuore della Pasqua. E questo fattivamente, non semplicemente come idealità astratta. La vita autentica ci chiama alla gioia e ci chiama al sacrificio.
Il cuore della Pasqua è accogliere la morte come glorificazione della vita. “E’ venuta l’ora che il figlio dell’uomo sia glorificato. In verità vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”. (Gv 12,24). Attraverso la morte la nostra individualità risorgerà come comunione dei santi. Non siamo chiamati a un paradiso individuale, ma al regno di Dio dove il più piccolo è il più grande.
Abbiamo una vocazione più grande e più nobile che non il nostro io. Questo, il nostro io, lo curiamo, lo sviluppiamo, lo rendiamo nobile, per offrirlo come chicco di grano per la risurrezione universale nella vita di Dio che è amore. Il Signore Gesù alla vigilia della sua morte ha dato sé stesso in cibo e bevanda affinché tutti arrivino.
Questo è il cuore del Vangelo, la visione della vita alla luce della risurrezione alla vita eterna, dove il più piccolo è il più grande, dove nessuno è dimenticato, dove la propria persona è fraternità. Chi volesse può ascoltare l’omelia sulla parabola del chicco di grano:
https://drive.google.com/file/d/1xynrjmS0niD9sWc88SZXkpRE2u1gSfS6/view?usp=sharing
(possibile ricevere l’omelia della domenica seguente iscrivendosi presso: Giulio Brollo gilobro@gmail.com).
p. Luciano
Un invito
Siamo tutti invitati a sperimentare il cammino pasquale tramite la meditazione, il digiuno, la preghiera, le opere di solidarietà e di giustizia. Siamo tutti invitati a liberarci dal sovrappiù e assaporare la risurrezione della nostra natura sorgiva. Nella settimana santa, 24 – 31 marzo, riserviamo una giornata, o mezza giornata, per un tempo di ritiro spirituale. Le parrocchie offrono tante occasioni, ma pure molto fecondo è anche un ritiro eremitico, da soli, per raccogliere se stesso, il chicco di grano, e riporlo nel terreno, ossia offrirlo alla sua vocazione a risorgere.
Una proposta:
sabato santo (30 marzo) ritiro pasquale presso le monache carmelitane di Concenedo, Barzio (Lecco)
• 09:00–12:00 4 sedute di Zazen precedute da breve esortazione sulla libertà interiore e intercalate da camminata nella natura
• 12:00 ascolto del Vangelo della Passione e risurrezione secondo Marco
• 13:00-15:00 tempo personale nella natura o in chiesa – possibile sacramento del perdono
• 15:00 preghiera dei salmi – canti sacri – preghiera con le monache carmelitane
• 17:00 condivisione del pane azimo segno dell’impasto eucaristico – una tazza di tè – ritorno
Portare indumenti e calzari idonei al luogo montano, il cuscino e stuoia per lo zazen (chi ne è provvisto). E’ ritiro di digiuno. Portare qualche frutto da assumere in modo personale. Prenotazione: <vangeloezenmail.com>
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