Mar 23 Lug 2024 Scritto da Pierinux AGGIUNGI COMMENTO

Alcune trasmissioni televisive e radiofoniche dei prossimi giorni (23-25 luglio) proietteranno un’intervista e altro sulla mia ultima pubblicazione “La gratuità e la libertà interiore – scalando a mani nude“, di cui in seguito mi sarà inviata copia sulla piattaforma Youtube. Tuttavia per chi volesse assistere alla proiezione televisiva riporto qui sotto la segnalazione delle date a me pervenuta. p. Luciano.

TV – Canale ARTE ITALIA 125 del digitale terrestre

– Intervista/Recensione all’interno del programma televisivo Se Scrivendo – Bookshow: puntata n. 2196, in onda il 25/07/2024 alle ore 20:30.
– Presentazione dell’opera nel programma televisivo Se Scrivendo – Bookshelf: puntata n. 2194, in onda il 23/07/2024 alle ore 20:30.
– Citazione in chiusura a Se Scrivendo: puntata n. 2195, in onda il 24/07/2024 alle ore 20:30.
– Intervista/Recensione all’interno del programma televisivo Dieci Libri: puntata n. 1148, in onda il 27/07/2024 alle ore 20:30.

RADIO – Radio Galileo (per le frequenze, consultare il sito www.radiogalileo.it)

– Audio della trasmissione ‘‘Dieci Libri’’ ritrasmesso nel programma radiofonico La Luna e i Falò: puntata n. 1148, in onda il 28/07/2024 alle ore 10:35.


La stella del mattino – cammino religioso Vangelo e Zen
Milano 18 luglio 2024

“Elogio delle erbacce” è il sottotitolo di un libro di Antonio Perazzi edito da Einaudi – quinta ristampa – dal titolo principale: “La natura selvatica del giardino”. Incontrai l’autore e la sua famiglia, sposa e quattro figli, al ristorante giapponese Poporoya, Milano. Il mio saluto in giapponese al chef del ristorante creò l’occasione per il dialogo con lo scrittore botanico-paesaggista che annovera periodi di permanenza in Giappone per scopi scientifici. Con il dono da parte dell’autore del suddetto libro al sottoscritto, iniziò il dialogo che subito fu vivace. Oggi, terminata la lettura del libro che elogia le erbacce, evoco quell’incontro con alcune riflessioni.

Sulla copertina del libro leggo: “Giardino selvatico è un ossimoro: non esiste un giardino senza un giardiniere. Eppure la divulgazione scientifica negli anni ci ha consentito una nuova consapevolezza ambientale… Il giardino che è tutto sotto controllo è ancora conveniente per il giardiniere? E per tutti gli altri organismi che ne permettono la vita e lo tengono in equilibrio?”. Leggo ancora il titolo del penultimo capitolo: “Sogno dimensione interiore del presente”. Quale rapporto mai si può dare tra le erbacce e la dimensione interiore?

Trovo una sintonia tra il sottotitolo “Elogio delle erbacce” e quanto ho cercato, a mia volta, elogiare in “La gratuità e la libertà interiore – scalando a mani nude”. Sì, il fondo dell’essere umano non è un io individuale che si auto-dà la sua forma e detta il suo obiettivo da aggiungere, ma l’essere umano germoglia dal terreno e cresce esponendo al sole, al vento, alla pioggia e alla cura del giardiniere la linfa che gli fluisce dal terreno da cui è germogliato. Il neonato cresce succhiando il latte del corpo che lo ha partorito. Un aggettivo senza fondamento, purtroppo usato anche in religione, è soprannaturale. Anche Dio, per portare salvezza, assume la carne. Anche i sacramenti, senza l’acqua, senza l’olio, senza il pane e il vino, senza l’amore fisico degli sposi, senza le mani di un vecchio vescovo posate su un giovane candidato, i sacramenti non si danno. Non si danno perché sarebbero senza la radice che trae la linfa dal terreno. ”Così è il regno di Dio: come un uomo… dorma o vegli, di notte e di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga…” (Gesù in Mc 4,27-28).

Un sacerdote santo ma senza il pane e il vino non può celebrare l’eucaristia; un sacerdote che a 85 anni è ancora peccatore, con un pezzo di pane e alcune gocce di vino può celebrare l’eucaristia, e con somma commozione! Molto naturalismo in voga oggi è come un’eucaristia abbellita di canti, di folclore, di omelie altosonanti, ma senza un pezzetto di pane e senza una goccia di vino. Seconde case al mare e ai monti, smalti e tinture, cani obesi al guinzaglio… Al comparire di una prima erbaccia nel comportamento del/della partner, è separazione!

Cantava Francesco: “Laudato sì, mi Signore, per sora matre Terra, la quale sustenta et governa, et produce fructi con coloriti fiori et herba”. Francesco voleva che nel giardino del convento, insieme con gli ortaggi seminati dal frate giardiniere, fosse riservato un lembo di terra a sora herba, alle erbacce, alla creatività del giardiniere che è la natura. Il lembo lo voleva come parte integrante del giardino, per l’equilibrio del giardino stesso.

Le erbacce sono le erbe che noi chiamiamo così perché non addomesticate ad un nostro uso, nel qual caso le chiameremmo domestiche, ossia di casa nostra, di nostro piacimento. Fra erbe buone ed erbacce sta solo un io umano che sentenzia il pro e il contro dal suo punto di vista. Un neolaureato italiano che trova lavoro all’estero è un’erba buona, anzi è il fior fiore dei nostri giovani in cerca di una carriera migliore. Mentre altri giovani che attraversano il deserto e il mare cercando pane e lavoro, questi sono clandestini, quindi erbe infestanti da scaricare al di là del Mar Adriatico. Giungesse questa lettera alla nostra Presidente del governo! A sostegno e incoraggiamento della politica che svolge a pro delle nascite nel nostro Bel Paese che, senza bambini che nascono, secca e diventa brutto; ma altrettanto per urgere una politica di accoglienza. Di ascolto e di rispetto verso chi, nato altrove, sospinto dalla speranza di un pezzo di pane e di un lavoro, attraversa il deserto e il mare. Migranti come fior fiore gli uni; migranti come erbacce gli altri.

“Voglio dire che esiste una parte selvatica dentro di noi, che probabilmente andrebbe chiamata intuito creativo, che ci permette di entrare in armonia con molte altre forze intime dell’ambiente… Selvatico è sinonimo di libertà proprio in quanto sottintende condizioni base della nostra esistenza imperfetta di impermanenza: il giardino è l’archetipo del mondo che è natura, inevitabilmente selvatica, perché il selvatico, come processo essenziale, è ordine di impermanenza” (“La natura selvatica del giardino – Elogio delle erbacce” p. 56).

Le erbacce, ossia la “parte selvatica dentro di noi, che probabilmente andrebbe chiamata intuito creativo” crescono in terreni spesso disastrati, tra rovi e, per accostarsi a conoscerle e ad apprezzarle, occorre indossare un vestito ruvido da lavoro. Attendo di vedere la nostra presidente del governo che, indossato il vestito ruvido da lavoro al posto di quello della moda, dialoga con gli immigrati. Mia madre mi era ancora più bella con indosso il grembiule dei vari servizi della casa!

p. Luciano

La foto è da una amata villa, sita in Via Grandi 41, Desio.
*** sullo sfondo il prato tenuto libero dalle foglie cadute grazie alle mani dei partecipanti ai ritiri,
*** in prima posizione l’opera spontanea di madre natura sul ciglio del sentiero: le sue erbacce

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