Martedì 24 novembre
il momento dello Zazen
prima dello Zazen
Ricostruisco con mie parole un racconto zen letto in “101 storie zen” (Adelphi).
Ryokan, eremita dello Zen, viveva nella più assoluta semplicità in una piccola capanna ai piedi della montagna.
Una sera un ladro entrò ma non trovò niente da rubare. Al ladro deluso Ryokan disse: “Forse hai fatto un bel pezzo di strada per salire fin qui. Non è giusto che te n vada senza niente. Prendi i miei vestiti”. Il ladro, sbalordito, prese i vestiti e se ne andò. Ryokan, rimasto nudo, sedette in Zazen. La luna lo avvolse nella coltre del suo chiarore. “Peccato che non ho potuto dargli anche questo bel vestito!”.
Molti senz’altro ricordano questo aneddoto, qui alquanto ricostruito secondo la mia memoria.
mi seggo in Zazen…
Il momento dell’ascolto del Vangelo (Mc 4, 21 – 22)
“A me, Tommaso, questo Vangelo parla della luce che Dio ha nascosto in noi”
Ascolto il Vangelo leggendolo a chiara voce.
Diceva loro: «Si porta forse la lampada per metterla sotto il moggio o sotto il letto? O piuttosto per metterla sul lucernario? Non c’è nulla infatti di nascosto che non debba essere manifestato e nulla di segreto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per intendere, intenda!».
Tommaso dice che questo Vangelo parla della luce che Dio ha posto in ciascuno di noi.
Più o meno tutti abbiamo attraversato momenti bui; forse anche questo periodo covid è uno di quelli, uno veramente buio. Ma il buio più buio è quando io stesso faccio buio a me stesso: i momenti in cui passa per la mente la suggestione che non vale la pena fare del bene e che sotto sotto chi fa del bene lo fa per un guadagno, foss’anche quello di andare in paradiso, ma comunque sempre per se stesso. E’ possibile fare del bene senza condizionarlo a un proprio guadagno? Senza tirar fuori il futuro premio del paradiso? La candela, facendo luce, semplicemente consuma se stessa.
“Questo Vangelo parla della luce che Dio ha nascosto in noi”, dice Tommaso. Quando la notte ha raggiunto il massimo del buio, l’alba è vicina. Così dice un proverbio. Sì, ora, qui, nascosta in me, in te, in ogni uomo è una luce che non sono io, non sei tu, non è l’uomo ad accendere, ma che mi, ti, gli giunge quando la notte s’è fatta buia buia. Sorge dal buio più buio: è l’alba.
la preghiera
Dante afferma che il versetto dei salmi che più lo commuove è:
...nella tua luce noi vediamo la luce…
E’ il versetto 9 del salmo 35. Se vuoi, puoi prendere la tua Bibbia e pregarlo.
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