Domenica 29 novembre
il momento dello Zazen
Il fiore di loto distende i suoi delicatissimi petali al pelo dell’acqua dello stagno. Nella corrente dei ruscelli di montagna non può fiorire. Il suo humus è l’umiltà del fango e la compagnia degli insetti.
“Nel simbolismo buddhista, il significato più importante del loto è la purezza del corpo e dello spirito, simbolo di elevazione spirituale che deriva dal fatto che il fiore di loto, pur affondando le sue radici nel fango, è in grado di rimanere puro e incontaminato” (Wikipedia alla voce “loto”).
“L’anima non procede su una linea,
e neppure cresce
dritta come un giunco.
L’anima si dispiega,
come un loto di petali innumerevoli”. (Kahlil Gibran “Il profeta”)
“Il mondo di rugiada – è un mondo di rugiada – eppure…” (da “Haiku scelti di Issa” Edit. La vita Felice). Cogliere la bellezza nell’impermanenza delle cose è un tocco particolare della religiosità buddhista. Il rimando dogmatico al tempo eterno può privarci dell’estatica contemplazione della purezza che fiorisce radicata nel fango di questo mondo, nel fango della mia vita. “Eppure…”.
mi seggo in Zazen…
Il momento dell’ascolto del Vangelo (Lc 1, 50)
“A me, Tommaso, questo Vangelo parla della bontà gratuita e generosa di Dio”
“… e la sua misericordia si estende di generazione in generazione su quelli che lo temono”.
Oggi Tommaso al nostro ascolto propone solo un versetto, questo del Vangelo secondo Luca. Eppure nella brevità di questo versetto il palpito della vita da generazione in generazione. Il palpito dell’amore universale che il cristiano sente vibrare in ogni attimo della sua vita. Nietzsche ha parlato dell'”attimo immenso”: proprio così, attimo immenso in cui il cristiano si battezza nell’amore salvifico di Dio, al di là del bene e del male.
Nell’amore è tanto il bene quanto il male, è tutto quanto. E’ il bene che si offre a redimere il male, è il male che convertendosi porta in cielo una maggiore gioia che tutto insieme del bene non può portare. Immergersi nell’amore di Dio! Dio è qui. L’Eucaristia ne è il sacramento. Simon Weil scrisse: ” al centro della religione cattolica sta il frammento di materia”
(Simon Weil “L’amore di Dio” E. Paoline): il pezzo di pane e la goccia di vino.
Il sacramento è il segno efficace di ciò che è sempre e ovunque: la vita che è dono ricevuto dalla grande vita e dono che si ri-offre alla grande vita. Tutto è unico e tutto è universale. Tutto è personale e tutto è comunione. Simon Weil, sociologa di tradizione ebrea e innamorata di Cristo, scrisse: “La bellezza del mondo è il sorriso di tenerezza del Cristo per noi attraverso la materia”.
la preghiera: l’Eucaristia
A chi non è possibile la comunione eucaristica, una preghiera da “Gesù figlio di Dio” di Kahlil Gibran:
“Quale fiore, se non il loto, conosce le acque ed il sole? Quale cuore, se non quello del loto, conosce la terra e il cielo? Guarda, amore mio, il fiore dorato che fluttua tra l’alto e il profondo come facciamo tu e io, fluttuanti tra un amore che è sempre stato e un amore che sempre sarà”.
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