La stella del mattino – cammino religioso Vangelo e Zen
Milano, 18 maggio 2023
negli ultimi giorni…
i vostri giovani avranno visioni…
La domenica mattina detta Pentecoste, sulla prima comunità cristiana di Gerusalemme (gli apostoli e un centinaio di credenti) come un fuoco si effuse lo Spirito accendendo in ciascuno l’entusiasmo e il vigore. Allora Pietro evocò le parole di Dio profetizzate da Gioele (Gl 3,1): “Negli ultimi giorni su di voi effonderò il mio spirito: i vostri figli e le vostre figlie profeteranno, i vostri giovani avranno visioni…” (Ap 2,17).
Ogni anno alla ricorrenza della Pentecoste invochiamo il fuoco dello Spirito a infondere ancora entusiasmo e vigore. In questo anno dalle tante catastrofi la nostra attesa è pressante. Necessitiamo che il fuoco bruci l’enorme sovrappiù di cui ci siamo appesantiti e, così, possiamo gustare la gratuità e la libertà interiore come cuore della vita.
I torrenti della Romagna, nei mesi estivi spesso asciutti, non hanno retto ai 200-500 millimetri di pioggia caduta in due giorni sui pendii e nelle valli dell’Appennino. Esondarono alluvionando città, villaggi e campagne. Perdite di vite umane e di animali, perdite agricole e di ogni bene. La terra romagnola è un frutteto curato come un giardino. Anche i balconi delle case sono spesso ornati da vasi di rossi gerani. Romagna in fiore! Nella grande distruzione, il volti delle persone che i telegiornali ci hanno presentato conservavano una silenzisa dignità. “Attendiamo il ritorno del sole e allora ci metteremo a ricostruire!”, disse un uomo, e aggiunse: “Quando tornerà il sole, lo abbraccerò”.
La commozione più profonda ce l’hanno suscitata gli adolescenti e i giovani volontari che, macchiaiolati di fango fino alla testa e con l’entusiasmo negli occhi, cantavano: Romagna mia, Romagna in fiore. Tu sei la stella, tu sei l’amore …
Altrove si è già alla ricerca di capi d’accusa per incriminare chissachi per mancanze nella manutenzione dei fiumi o delle strade. Lo si è fatto per l’epidemia covid e lo si ripete nella sanità, come se ad ogni guarigione non ottenuta si nasconda una qualche mancanza dello staff sanitario. Leggo che in Giappone mancano ginecologi per il timore di venir incolpati di turbolenze che si manifestassero nella crescita dei bambini.
Il culto del progresso illimitato da una parte e la tendenza di scaricare sulle istituzioni la responsabilità dei disagi sociali dall’altra sponda, tutto questo ha deformato il corretto rapporto della persona con i problemi della vita, facendoci scattare subito nella ricerca a chi se ne possa addossare la colpa. Si evita il rapporto personale con ciò che accade e porta disagio. Quindi non si impara, ma si incrimina. Ovviamente questo clima fomenta la diffidenza.
La pretesa della perfezione, di una perfezione immaginaria e irreale sia dell’uomo come della natura, sta mortificando il respiro. Meglio, sta togliendo il respiro. Ci incattivisce. Sì, perché l’uomo perfetto non esiste. Di fatto ci si riferisce a un’idea di uomo che non è reale. L’uomo reale è ignorato. Anche la natura perfetta secondo le nostre pretese non esiste. Le catastrofi sono sempre possibili. Il riconoscerlo ci mantiene viva l’attenzione, mentre il presumere che non debbono accadere ci addormenta l’attenzione.
Attendiamo il fuoco dello Spirito che ci liberi dalle corazze delle teorie, cosicché possiamo vedere la nostra nudità umana. E, questa nuda natura umana, la possiamo amare e venerare. E’ così affascinante se non la si corazza. Ed è anche così potente! Così fantasiosa!
Una giovane e un giovane volontari si incontrarono prestando volontariato in un villaggio alluvionato della Romagna, Sostarono un istante dallo spalare il fango e si abbracciarono. Forse un giorno saranno sposi! Il fiore di loto si radica nel fango e dischiude i bianchi petali al sole lambendo il pelo dell’acqua.
Negli ultimi giorni di un’epoca che finisce, le visioni dei giovani!
p. Luciano