Carissimi, dal profondo del cuore l’augurio più sincero di una santa Pasqua. Festa che suscita stupore, perché festeggia la vita inseparabile dalla morte e la morte inseparabile dalla vita. Festeggia l’intima natura dell’esistenza quale Pasqua, passaggio.
In questi giorni madre Natura ci regala la sua testimonianza della Pasqua, la primavera, quasi a incoraggiare ogni uomo e donna che lungo la via della croce dell’esistenza semina e coltiva la speranza. I due alberi di magnolia giapponese, uno dal fiore bianco e uno purpureo, che rallegrano le due aiuole dietro il Duomo di Milano, in questi giorni hanno incantato file e file di passanti che, per alcuni minuti, si sono dimenticati che avevano fretta.
La Pasqua, il Passaggio, è la festa della speranza proprio perché celebra che l’intima natura dell’esistenza non è il possesso, né l’autoaffermazione, ma la gratuità. La meta della vita non è il raggiungimento di un paradiso individuale, ma è il battesimo nella comunione della vita eterna. Ognuno è se stesso, essendo dono, comunione, armonia, perdono, sacrificio, pace. Con il pensiero facciamo visita a ogni luogo dove situazioni irrigidite rifiutano di morire e impediscono alla vita di risorgere nuova.
Una visita particolare al popolo del Tibet.
La Cappellania giapponese di Milano nel giorno di Pasqua celebra il battesimo di alcuni adulti giapponesi che da anni chiedono il sacramento della rinascita nell’acqua e nello Spirito! Nella madre Natura e nell’Anima universale di Dio! E lì, come una goccia, scorrere nella corrente della carità che tutto sostiene. OMEDETO! E’ l’augurio giapponese di queste occasioni, e significa letteralmente: la gemma (della grazia che è in te) si dischiude!
La Pasqua di Gesù avvenne la domenica all’alba e ciò consacrò la domenica come il giorno della gratuità. Domenica, ossia Dies Domini, è appunto il “dì del Signore”. Molti oggi preferiscono l’espressione inglese: weekend, ossia fine settimana. Nell’era del profitto, il giorno di riposo dal lavoro è interpretato come il tempo in cui uno deve disbrigare le tante incombenze che la vita ha accumulato durante la settimana dedicata al lavoro. Il giorno di riposo come ripostiglio degli impegni estranei al lavoro. Quindi: weekend”!
Risvegliamo la memoria che la nostra qualità più intima non è il raggiungimento di qualcosa di fuori di noi, ma è lo splendore di ciò che nel profondo siamo. Allora, la Domenica, pellegriniamo alla nostra dignità e facciamone esperienza! Morendo e risorgendo con Cristo. A Gesù un grazie affettuosissimo per averci indicato che la nostra dignità è l’amore: essere amati gratuitamente e amare gratuitamente. Come Dio! Una santa Pasqua!
padre Luciano
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