La preghiera è sempre lode e ringraziamento; tuttavia alla preghiera del mattino si addice particolarmente il tono della lode e a quella della sera il tono del ringraziamento. Nella liturgia della chiesa lodi mattutine è il nome proprio dato alla preghiera del mattino e vespri (vespro: parola latina per sera) è il nome proprio dato alla preghiera della sera.
Tutta la preghiera va elevata affidandola all’onda del respiro: una riga (o breve espressione) di preghiera su ogni espirazione, mentre l’inspirazione ovviamente resta silenziosa. Non bisogna accelerare né l’inspirazione né l’espirazione. Il ritmo del respiro deve restare naturale. Non c’è spazio per alcuna lode o alcun ringraziamento fuori dal ritmo della vita che è il respiro. La preghiera scaturisce dalla vita e la vita nasce dal respiro.
Senso della preghiera. La preghiera è personale: non c’è preghiera se non attraversa il proprio cuore. Tuttavia la preghiera non è mai un atto privato, finalizzato ai propri bisogni. Se uno prega soltanto quando ne sente il bisogno, non fa che ripetere se stesso e non si apre al grande cielo. Partendo pure dalla propria esperienza, pregare è aprirsi ai bisogni di tutti e dare voce alla grande domanda di grazia, di perdono, di pace, di riconoscenza che scaturisce dall’universo intero. Quindi c’è un profondo senso nel pregare anche quando personalmente non se ne avverte un bisogno urgente; c’è profondo senso nel dire grazie, o nel chiedere perdono, o nel chiedere la pace anche quando uno personalmente ha sentimenti diversi, perché c’è sempre qualcuno e qualcosa per dire grazie o per chiedere perdono o per chiedere la pace. Pregare non è chiudersi, ma aprirsi.
Nozioni metodologiche. Il testo per la lode e il ringraziamento (denominato salterio dai salmi che ne costituiscono la parte preponderante) da noi utilizzato è La preghiera del mattino e della sera (Edizione Dehoniane Bologna) che contiene la forma integrale della preghiera di lode e di ringraziamento della Chiesa cattolica, in un ciclo di quattro settimane. Si invita tutti ad avere questo libretto (disponibile anche in comunità), come strumento della pratica quotidiana; e a portarlo con sé venendo ai ritiri e agli incontri.
La preghiera della lode e del ringraziamento è distribuita nell’arco di quattro settimane, secondo le quattro fasi lunari. La settimana madre è quella di Pasqua che corrisponde al primo plenilunio di primavera. Di conseguenza tutte le settimane che iniziano dal plenilunio sono prima settimana del salterio, quelle della luna calante sono seconda settimana, quelle della luna nuova terza settimana, quelle della luna crescente quarta settimana. Questa distribuzione della preghiera mette in evidenza la eco cosmica della preghiera. È riportata pure la preghiera di mezza giornata, chiamata ora media, che qui noi non consideriamo.
Un ultimo particolare è questo: il Sabato non ha i suoi vespri, perché dal tramonto del Sabato ha inizio la Domenica (la festa comincia dalla sera precedente), per cui la Domenica ha due vespri: i primi vespri al Sabato sera e i secondi vespri la Domenica sera. Le preghiere proposte nella liturgia della chiesa sono di varia origine. Ci sono gli inni, poesie composte dai santi fra cui Ambrogio e Francesco; i 150 salmi, preghiere dell’Antico Testamento usate anche da Gesù quando pregava; i cantici, preghiere dei profeti e degli apostoli contenute nella Bibbia; le invocazioni che sono preghiere formulate dalla Chiesa per chiedere perdono e grazia per il mondo intero; le orazioni, le preghiere che concludono la lode e il ringraziamento; c’è soprattutto la preghiera del Signore (Padre nostro) che viene elevata ogni mattina e sera.
Terminato la zazen e letto il Vangelo, viene quindi celebrata la preghiera di lode. Se uno è solo declama da solo tutta la preghiera; nel caso di due la preghiera viene declamata a turno; nel caso di più persone: o si costituiscono due cori e si prega un versetto a turno alternandosi come quando si è in due, oppure progressivamente un versetto ciascuno in forma circolare. L’esempio che segue si riferisce al caso in cui si prega in due persone o due cori la lode della Domenica della prima settimana (la Domenica della settimana successiva il plenilunio). Vedere pag. 48 del libretto.
invito iniziale: Chi presiede inizia invitando alla preghiera: “Signore apri le mia labbra” e l’altro risponde: “e la mia bocca proclami la tua lode”. Quindi assieme si proclama l’invitatorio: “Venire, esultiamo al Signore…”
inno: tutti assieme si prega l’inno
salmo – cantico – salmo: ognuna di queste preghiere è preceduta dall’antifona che intona chi presiede (l’antifona preannuncia il contenuto del salmo). La declamazione del salmo e del cantico viene fatta in forma alternata, un versetto ciascuno (un versetto è composto da due a quattro righe). Al termine si declama il “Gloria”, antichissima preghiera che esprime la fede cristiana in Dio che è il Padre che ci crea, il Figlio che ci perdona e lo Spirito che ci vivifica. Il Gloria viene pregato chinando profondamente il capo.
Chi presiede legge la lettura breve, un breve insegnamento sapienziale preso dalla Bibbia. Poi intona il salmo responsoriale, che è come la eco dentro di noi del brano letto; l’altro risponde.
Quindi chi presiede intona l’antifona del cantico: il Benedictus (preghiera di Zaccaria alla nascita del figlio Giovanni, il futuro Battista). Al ringraziamento della sera viene recitato il Magnificat (preghiera di Maria madre di Gesù). Cantico pregno di speranza il primo e di riconoscenza il secondo.
Seguono le invocazioni: chi presiede intona la prima parte dell’invocazione e gli altri la seconda. Alla fine delle invocazioni prescritte è bene lasciare uno spazio di silenzio per le invocazioni personali. Le invocazioni terminano con la preghiera corale del Padre nostro.
L’orazione finale recitata in coro e il segno della croce concludono la preghiera. Infine è spontaneo scambiarsi l’un l’altro il saluto del mattino o della sera. In questo modo l’acqua limpida e gratuita della fonte continua a scorrere nelle faccende della giornata; e alla sera l’acqua della vita, che durante il giorno si è sporcata nelle tante faccende, rientra nel ventre silenzioso della montagna e si purifica.
N.B. Un altro testo che consigliamo per la lode e il ringraziamento è “La nostra preghiera – liturgia dei giorni” curato da padre Davide Turoldo (CENS). Il nostro opuscolo La stella del mattino , ogni volta, propone una forma abbreviata di lode o ringraziamento per chi non può attenersi alla forma integrale del libro suaccennato.
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